Le procedure non devono essere prodotti di alta letteratura, anche se alcuni redattori hanno velleità artistiche.
La scrittura di procedure deve rispondere ai criteri di chiarezza, precisione, uniformità, semplicità, economia.
Per questo ci sono delle regole che dovrebbero essere studiate e seguite: inizialmente con qualche sforzo, poi sempre più facilmente. L'individuazione di cosa scrivere costituisce il processo creativo del redattore di procedure, non la scelta di caratteri, colori e parole non diffuse.
Lungi dal propugnare la diffusione della neo-lingua di Orwell, condivido le premesse e le conclusioni di chi, in questi anni, ha scritto delle regole per la redazione dei testi normativi. Sappiamo bene che non sono stati molto seguiti, ma molti dei principi esposti sono applicabili alle nostre finalità:
- frasi brevi
- evitare la forma passiva dei verbi
- evitare frasi negative e non usare mai le doppie negazioni
- ripetere i termini senza paura
- evitare le maiuscole
- inserire prima le decisioni prese e poi la loro giustificazione
- eccetera
Duole dirlo, ma alcuni non dovrebbero solo studiare le regole di stile, ma tornare a studiare l'italiano, ad esempio l'uso dei congiuntivi e della virgola che non deve mai essere tra soggetto e verbo se non per inserire degli incisi.
Purtroppo, da nessuna parte viene riportato un principio fondamentale: avere un lettore spietato.
Sul web ho trovato queste interessanti e veloci letture, con utili esempi:
- "Progetto di semplificazione del linguaggio - Manuale di stile" (si trova con un qualsiasi motore di ricerca)
- "Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi":http://www.consiglio.regione.toscana.it/leggi-e-banche-dati/Oli/Manuale/man-ed-3.asp
- "Il progetto per la semplificazione del linguaggio amministrativo":http://www.mef.gov.it/documenti/open.asp?idd=4500
Infine, segnalo il sito della Rete per l'eccellenza dell'italiano istituzionale (solo la prima lettera è in maiuscolo, come da regole):
- http://ec.europa.eu/dgs/translation/rei/
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