martedì 14 maggio 2013

Discussioni sul monitoraggio

Dopo il mio articolo su "Se non lo misuri non lo conosci?", in cui criticavo
l'impostazione del controllo aziendale basato su misurazioni, promuovendo
quello basato sul monitoraggio, ho ricevuto due commenti.

Il primo di Andra Rui che non è d'accordo con me perché "il monitoraggio è
una forma meno precisa di misurazione (riporta gli andamenti nel tempo)". Io
intendo come "monitoraggio" l'analisi continua dei processi e delle attività
dell'impresa, di modo da arrivarne alla conoscenza profonda. Infatti i
numeri nascondo spesso inefficienze e problemi e i manager passano troppa
parte del proprio tempo a mettere a posto i numeri e non le inefficienze.
Come sempre, non sempre i termini sono interpretati da tutti nello stesso
modo (i tecnici informatici, infatti, intendono il monitoraggio come
andamenti). Io mi scuso per l'ambiguità del mio scritto.

Fabrizio Monteleone, invece, aggiunge ricorda: "il principio di
indeterminazione di Heisenberg implica che ad una particella non è possibile
assegnare, e quindi anche conoscere, nello stesso momento un definito valore
della posizione e della velocità o quantità di moto. .......Tale principio
implica che quanto più è precisa la misura di una grandezza tanto maggiore
sarà l'errore nella misura dell'altra, per cui l'osservatore dovrà scegliere
quale misura privilegiare e tarare gli strumenti di conseguenza
(wikipedia)". E aggiunge "il mio modestissimo parere di studente svogliato e
poco proficuo: ciò implicherebbe che nei sistemi di gestione è inutile
bearsi di moltitudini di indicatori spesso tra loro collegati o
derivati...". Condivido la condivisione dell'approccio di alcuni auditor che
richiedono di misurare sempre più cose.

Da tutto ciò, mi è venuto in mente l'esempio dell'automobile. Per guidarla
abbiamo normalmente bisogno di: 2 o 3 indicatori (velocità, livello di
benzina e numero di giri; possiamo aggiungere la distanza per arrivare a
destinazione e l'ora), dei sistemi di allarme se qualcosa non va bene e
tanta tanta attenzione alla strada, ai cartelli e al traffico (che non
dobbiamo contare o misurare). Lo stesso per guidare un'azienda: pochi
indicatori, dei sistemi di allarme e tanta tanta attenzione a cosa sta
succedendo.

Non è farina del mio sacco: segnalo già per la seconda volta il libro
"Contro il management" di Francesco Varanini.

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