Stefano Ramacciotti mi ha segnalato le diverse definizioni di rischio nelle
norme ISO e nella legislazione italiana:
- ISO Guide 73 (e anche ISO/IEC 27000): effetto dell'incertezza degli
eventi. Le note poi dicono che il rischio è spesso caratterizzato da una
combinazione di eventi potenziali e le loro conseguenze.
- il Dlgs 81: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno
nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o
agente oppure alla loro combinazione;
- Direttiva Seveso III: probabilità che un determinato evento si verifichi
in un dato periodo o in circostanze specifiche.
Ecco quindi il mio (nostro) punto di vista.
La ISO Guide 73 usa la definizione di rischio legata agli "effetti", ossia
agli impatti. Essa è originata dalla formula "rischio = probabilità x
conseguenza". Esemplificando, essa deriva dall'uso del rischio così: se mi
rubano 10 penne all'anno di 1 Euro ciascuna, allora ho una perdita annua di
10 Euro all'anno; quindi il rischio relativo al furto di penne è pari a 10
euro all'anno.
La Direttiva Seveso III usa il termine rischio come sinonimo di minaccia.
Così come è scritta è una sciocchezza. Che senso ha valutare la probabilità
di una minaccia senza considerarne gli impatti? Si potrebbero avere minacce
estremamente probabili (pioggia e neve, per esempio) i cui impatti sono
risibili; i terremoti a Milano ci sono eccome, ma non hanno impatti perché
la pianura li attenua.
Però la prima definizione della Treccani (www.treccani.it) è proprio
"Eventualità di subire un danno" e quindi riguarda solo la minaccia. Ahinoi.
La definizione del Dlgs 81 è un poco più e pare voglia dire "probabilità che
si verifichino degli eventi per cui si hanno dei danni consistenti" e già
qui gli impatti si collegano ai danni. Mentre le norme ISO chiedono di
stabilire l'accettabilità del rischio (e quindi, potenzialmente, dei danni
complessivi annui, il Dlgs 81 chiede di stabilire il danno accettabile e poi
di valutare le minacce (i rischi, in quel caso) che li potrebbero provocare.
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