sabato 7 novembre 2015

Non parlate di "ingegneria" del software

Segnalo questo articolo dal titolo "Programmers: stop calling yourselves engineers":
- http://www.theatlantic.com/technology/archive/2015/11/programmers-should-not-call-themselves-engineers/414271/.

In poche parole: i programmatori e gli sviluppatori non sono "ingegneri", visto che non adottano le tecniche di ingegneria e i risultati, con bug, difetti e vulnerabilità, si vedono.

Personalmente ritengo che programmatori e sviluppatori dovrebbero tendere ad essere "ingegneri". Purtroppo, però, quando si chiede loro piani di progetto, documenti di requisiti e verbali di test (con o senza elementi di sicurezza), dimostrano di essere degli "artigiani". Nella peggiore delle ipotesi non hanno neanche idea di cosa gli sia stato chiesto; nella maggior parte dei casi, per contro, questi requisiti sono ben chiari ma applicati poco e male.

Certamente la colpa è gran parte da addebitare alle aziende che li pagano poco, considerano il loro lavoro come "banale", impongono tempi di analisi, sviluppo e verifica brevissimi. Un vero "ingegnere" (per esempio chiamato a progettare e costruire un ponte) rifiuterebbe di adeguarsi a queste condizioni (e non rimarrebbe senza lavoro, al contrario di programmatori e sviluppatori software).

Quindi, forse, per non confondersi e non illudersi, sarebbe effettivamente meglio essere consapevoli dei limiti della "ingegneria" del software nel mondo reale.

L'articolo segnala la "Guide to the software engineering body of knowledge (SWEBOK Guide)" dell'IEEE, che sembra interessante (è necessario fornire la propria email all'IEEE, ma si tratta di un ente serio e non credo la usi per fare spamming):
- http://www.computer.org/web/swebok/index.

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