venerdì 8 febbraio 2019

Il business della sicurezza (nelle scuola USA)

Segnalo questo articolo del Corriere della sera dal titolo "Usa, il business sicurezza nelle scuole":
- https://www.corriere.it/editoriali/19_febbraio_07/usa-business-sicurezza-scuole-667de962-2afb-11e9-8bb3-2eff97dced46.shtml.

Mi occupo di sicurezza delle informazioni e, con le dovute cautele, alcuni parallelismi li possiamo fare. In particolare ho riflettuto sull'unione di due direzioni contrapposte: da una parte quella della sfiducia completa nei confronti del prossimo, per cui è necessario armarsi di armi reali o di forme di controllo sempre più sofisticate, dall'altra quella della fiducia totale nei confronti dei venditori delle tecnologie che hanno già dimostrato di potersene approfittare (vedere caso di Cambridge Analytica).

E da questa storia si nota anche la tendenza a rifugiarsi, per la sicurezza, in tecnologie sempre più sofisticate, complesse da mantenere e che lasciano sempre più spazio di manovra ai fornitori. Un tempo era caratteristica degli informatici rispondere, ad ogni problema di sicurezza informatica, "ho un tool"; oggi sembra la risposta comune. Invece spesso basterebbe risparmiare su qualche gadget o consulente e investire di più negli stipendi del personale che c'è già, nella sua formazione e nella sua crescita numerica.

Penso che in molti casi costerebbero di meno (anche se, ahinoi, nelle spese fisse), e avrebbero maggiori benefici, due persone in più, con la riduzione dello stress in quelli che ci sono già e quindi degli errori, al posto del continuo ricorso a super-fornitori, super-consulenti e super-tecnologie.

Dico questo con l'esperienza di chi ha visto aziende con tanti tecnici sovraccarichi di lavoro e che investono in tecnologie spesso inutili (qualcuno si ricorda i DLP? oggi sono, a ragione, quasi dimenticati) e in consulenze altrettanto inutili (per esempio su fantistici modelli organizzativi che non vedono mai la luce, nonostante gli enormi costi sostenuti per farsi dire che è necessaria un'organizzazione "matriciale" (perché è così che finisce nella maggior parte dei casi; mi si scusi lo spoiler)).

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