La mia amica Viviana, con cui parlo anche delle questioni organizzative con
i bambini, mi ha chiesto di ritagliarmi un angolino della mia newsletter e
del mio blog per raccontare come un uomo, ossia io, riesce a dedicarsi alla
famiglia senza per questo essere discriminato, come invece succede alle
donne.
Infatti succede che, quando io chiedo di finire le riunioni alle 16 per
poter andare a prendere il figlio a scuola, tutti sono disponibili e, anzi,
mi fanno i complimenti per l'impegno. So di casi in cui, quando lo chiede
una donna, questa è troppo spesso ignorata (nei casi peggiori anche con
sbuffi o commenti poco simpatici).
Io sono un libero professionista con competenze, a torto o ragione,
riconosciute. Questo mi dà margini di manovra diversi da una dipendente.
Però ho fatto anche un'altra riflessione: oggi molti vogliono dimostrare che
le donne possono fare tutto (la serie Lida Poët è uno degli ultimi esempi),
ma questo è solo un lato della medaglia, che permette ancora di spingere le
donne a fare cose che "gli uomini non fanno" e, quindi, piano piano, a
relegarle in quel ruolo. Invece siamo in tanti che stiriamo, ci occupiamo della lavatrice, aiutiamo i bambini con la scuola (per non dire dei bisogni
al gabinetto), eccetera. Ovviamente, tranne Marco Mazzetti, solo una cosa
non possiamo fare, ma è solo una.
E allora ho pensato che ogni mese potrei raccontare qualcosa che mi è
successa e che dimostra che un uomo può far tutto. Non vorrò per niente
essere auto-celebrativo (nel caso, vi chiedo di richiamarmi all'ordine),
perché faccio tante cose senza infamia e senza lode, come quasi tutte le
donne. Solo che le faccio e senza drammi. E forse è il caso di raccontarlo.
Un semplice episodio mi permette di ringraziare il gruppo di traduzione
della ISO/IEC 27001 e ISO/IEC 27002, che mi ha permesso di partecipare ai
lavori, e senza rimostranze, anche quando accompagnavo i bambini a karate,
al calcio, al Catechismo e dai dottori, scollegandomi dal pc e ricollegandomi dal cellulare, restando assente per alcuni minuti se dovevo
rispondere a qualcun altro.
Ho iniziato così, un 8 marzo. Cercherò di continuare ogni mese e di rimanere
nelle poche righe (molte meno di questo primo episodio).
Applausi
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