Dalla newsletter di Project:IN Avvocati (https://www.linkedin.com/comm/pulse/432025-sarà-sfida-due-sui-browser-con-ai-i-nostri-ww4qf?) copio la notizia: Lunedì 20 ottobre c’è stato un grave blackout su Amazon Web Services (“AWS”), che ha interrotto per diverse ore i servizi cloud in tutto il mondo. Moltissimi siti web e app ( tra cui Snapchat, Slack, Zoom e alcuni servizi bancari italiani) hanno registrato rallentamenti e blocchi. AWS ha spiegato che il problema tecnico è stato individuato e risolto, e che la piena operatività della piattaforma è stata ripristinata quanto prima.
Copio anche la conclusione, che condivido: L’incidente ha evidenziato, però, la forte dipendenza globale da un numero ristretto di provider cloud, e ha riattivato la discussione sulla necessità di infrastrutture digitali europee più autonome.
Aggiungo anche che questo caso ci ricorda che il cloud anche dei grandi operatori può avere problemi di sicurezza.
Di mio segnalo un articolo più tecnico dal titolo "A single point of failure triggered the Amazon outage affecting millions": https://arstechnica.com/gadgets/2025/10/a-single-point-of-failure-triggered-the-amazon-outage-affecting-millions/.
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