lunedì 18 settembre 2017

Accesso del datore di lavoro a email e IM - Sentenza Barbulescu

Interessante caso della Corte di giustizia europea che verrà ricordato, penso, come "Sentenza Barbulescu".

Vediamo se ho capito bene (in caso contrario, scrivetemi):
- Barbulescu lavora per un'azienda, che gli chiede di aprire un account all'instant messaging di Yahoo per comunicare con i clienti;
- Barbulescu usa lo stesso account per scambiare messaggi con la fidanzata e il fratello;
- l'azienda se ne accorge, si legge e stampa 45 pagine (!) di messaggi di Barbulescu e lo licenzia;
- Barbulescu fa ricorso fino alla Corte di giustizia europea;
- la Corte di giustizia europea, a dicembre 2016, dà ragione all'azienda;
- la Grand chamber of human rights, a settembre 2017, dà invece ragione a Barbulescu (comminando però una multa molto bassa).

A me interessa capire cosa ha fatto l'azienda per dimostrare la propria ragione. Ossia le misure ritenute "corrette" dai giudici. Quindi, dalla sentenza della Corte di giustizia europea, ricavo quanto segue:
- l'azienda, nel regolamento interno, aveva ben specificato che era vietato l'uso dei pc aziendali per scopi personali;
- Barbulescu aveva asserito di aver usato il proprio account Yahoo solo per scopi di lavoro (non solo mentendo, ma dichiarando quindi che Yahoo non riguardava dati personali e poi, illogicamente, da qualche punto di vista, lamentandosi dell'invasione della propria privacy);
- comunque l'azienda, licenziandolo, non ha menzionato nelle motivazioni il contenuto dei messaggi, ma solo al fatto che fossero "non di lavoro";
- l'azienda aveva "limitato" l'indagine al solo account di Yahoo (non al pc o altro) e in un tempo limitato (pochi giorni e solo in orario di lavoro) e quindi in modo "limitato e proporzionato".

La Grand chamber, per contro, mi pare abbia notato che il regolamento interno non specificava le modalità di controllo delle comunicazioni Internet (ossia di come l'azienda intendesse verificare email, IM, eccetera).

Ricordo che, fino ad un certo punto, non sono favorevole al controllo dei lavoratori. Ma è importante capire come si può agire in caso di abuso.

La sentenza della Grand chamber (grazie a Pierfrancesco Maistrello):
- http://www.dirittoegiustizia.it/allegati/PP_INTERN_CEDU_milizia_s_4.pdf.

Un articolo segnalato da Pierfrancesco Maistrello:
- https://strasbourgobservers.com/2016/12/20/resuscitating-workplace-privacy-a-brief-account-of-the-grand-chamber-hearing-in-barbulescu-v-romania/.

Un articolo di Altalex:
- http://www.altalex.com/documents/news/2017/09/06/datore-controllo-mail-lavoratore.

La notizia l'ho avuta inizialmente da ictBusiness.it, ma l'articolo non mi era chiaro (infatti il solito Pierfrancesco Maistrello mi ha dovuto correggere):
- http://www.ictbusiness.it/cont/news/email-dei-lavoratori-controllate-l-europa-dice-si-con-limiti/40030/1.html.

La sentenza di dicembre (il primo link segnalato da Qwant che permette di scaricarla):
- http://www.federalismi.it/nv14/articolo-documento.cfm?Artid=31234.

Infine una domanda: ora quale sentenza dovrà essere seguita? Quella della Corte di giustizia o quella della Grand chamber?

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