Anche io entro in questa amena discussione sull'applicazione usata in Corea del Sud che permetterebbe di tracciare i movimenti delle persone e contrastare il diffondersi del COVID-19. Un articolo tra i tanti, che mi sembra molto esaustivo (grazie a un retweet di @brunosaetta):
- https://www.valigiablu.it/coronavirus-dati-tecnologia/.
Questo articolo, sempre su Valigia Blu, ma da un tweet di @fpietrosanti, parla di Singapore:
- https://www.valigiablu.it/coronavirus-singapore-contact-tracing-tecnologia-privacy/.
Molte critiche. Credo che questo articolo (da un retweet di @gbgallus) riassuma la questione:
- https://www.techeconomy2030.it/2020/03/21/coronavirus-contact-tracing-emergenza-sanitaria-cancella-altri-diritti/.
Il mio commento è che troppo spesso si pensa alla tecnologia senza pensare a tutti gli altri fattori (anche altri dicono, con parole più o meno diverse, questa stessa cosa). Siamo, come al solito, in mano a quelli che ragionano per tool e non per cultura e processi con risultati sempre negativi, come ho già scritto in passato.
Per esempio, ecco alcuni elementi culturali a cui ho pensato e che non ho visto approfonditi:
- nei Paesi asiatici l'uso della mascherina è molto più diffuso anche per le "normali" influenze (guardatevi in giro e pensate a quanti non si mettono la mascherina per non sembrare buffi; una mamma infermiera mi ha detto che sua figlia ha pianto quando l'ha vista con la mascherina);
- nei Paesi asiatici, solitamente, le persone appena possono stanno più distanti che da noi (giusto sabato ho visto uno che a piedi superava un'altra a non più di 5 cm di distanza e mi sono chiesto perché tanta fretta; al supermercato si vede sempre il "corridore" che, evidentemente per tornare a casa in fretta, si avvicina a tutti e senza mascherina);
- nel nostro Paese il richiamo alle regole genera fastidio e anche derisione, piuttosto che solidarietà (venerdì, dal fruttivendolo, mi sono arrabbiato con il garzone che, senza mascherina, continuava a passarmi vicinissimo e, ovviamente, io ho fatto la figura del rompiscatole, non lui quella dello sconsiderato);
- non abbiamo mascherine neanche le volessimo.
Proprio il 30 marzo è uscito un articolo sul Corriere della Sera dal titolo "Controlli: 5.000 multati (e 50 positivi in giro)". Il problema non è quindi l'uso delle tecnologie, se una domenica 50 persone positive vanno in giro e 5.000 vanno in giro senza alcuna ragione. Mi spiace, ma forse l'articolo è "bloccato". Ad ogni modo, il link è questo:
- https://www.corriere.it/politica/20_marzo_30/coronavirus-sabato-nero-controlli-5000-multe-quei-50-positivi-spasso-8dae3e98-71f8-11ea-b6ca-dd4d8a93db33.shtml.
Sulla questione delle mascherine, sempre il 30 marzo è uscito un articolo sul Corriere della Sera:
- https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/coronavirus-perche-non-si-trovano-mascherine/7233d98a-71fc-11ea-b6ca-dd4d8a93db33-va.shtml.
Mi vengono poi ulteriori domande sulla reale capacità di usare questi strumenti, su quante persone competenti ci sono in giro per installarli, usarli efficacemente e mantenerli. Visto che già nelle aziende private vedo situazioni imbarazzanti, mi permetto di avere qualche dubbio per un progetto pubblico di questa dimensione (e ho anche dei dubbi sui tempi; ora che sarà tutto pronto spero che l'emergenza sarà finita).
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