Il Garante privacy, con la sua ultima newsletter, ribadisce che le organizzazioni non possono trattare i dati giudiziari dei dipendenti (e neanche dei candidati) se non richiesto dalla legge o autorizzato dal Garante stesso.
La newsletter:
http://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/6558875.
Il Provvedimento specifico:
http://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/6558837.
In effetti, c'è la cattiva abitudine, in troppe imprese, di chiedere il casellario giudiziario. Questo non solo perché contrario alla normativa in vigore, ma perché i comportamenti passati di una persona non possono dare indicazioni su quelli futuri. In caso contrario, dovremmo pensare che le persone non potranno mai migliorare e neanche noi stessi; e quindi a che servirebbe studiare?
Forse sono fuori tema. Ma ci torno subito. Infatti è sbagliato pensare che il personale selezionato in quanto senza reati passati sia migliore di quello che è già stato oggetto di indagine. Sappiamo che una persona delinque spesso "in crescendo" e quindi un incensurato potrebbe già essere avviato per quella strada. Una persona che ha già scontato una pena, forse, riesce a riconoscere ed evitare di percorrere una certa strada, rinforzata anche dalla stabilità del posto di lavoro.
Inoltre non dobbiamo progettare controlli di sicurezza pensando che le persone interne siano tutte oneste (sindrome di Fort Apache). Questo è un errore: le persone possono compiere errori e possono anche peggiorare (non solo migliorare) e quindi i controlli di sicurezza devono essere progettati adeguatamente.
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