Penso che le bufale (o "fake news", come si usa dire oggi in inglese) siano un argomento non proprio pertinente il mio mestiere, ma comunque interessante.
Infatti siamo testimoni di bufale relative alle misure di sicurezza o adempimenti inesistenti (o non più inesistenti). Siamo anche testimoni di paure ingiustificate su possibili attacchi quasi impossibili (inclusi i terremoti a Milano) e di sottovalutazione di attacchi molto più probabili (come quelli su alcuni servizi accessibili dal web).
E' per questo che segnalo qualche link che @sramakk ha condiviso su Twitter sulle bufale su Wikipedia (forse in questi giorni avrà notato qualche esempio o avrà incontrato qualcuno troppo entusiasta di Wikipedia). Uno è di uno che è riuscito a far circolare false citazioni (sperando che a sua volta non sia una bufala):
- https://www.wired.it/internet/2014/01/15/come-ho-fregato-tg-politici-e-giornali-con-wikipedia/.
Un altro è su alcune bufale particolarmente significative:
- https://www.ilpost.it/2015/04/18/wikipedia-affidabilita/.
Più o meno negli stessi giorni, ho notato anche questo tweet di @Chronotope che suggeriva un articolo dal titolo "How Much of the Internet Is Fake? Turns Out, a Lot of It, Actually", dedicato al fatto che sono create misure, utenze e contenuti solo per generare numeri utili alla pubblicità (e al denaro, ovviamente):
- https://nymag.com/intelligencer/2018/12/how-much-of-the-internet-is-fake.html.
E sempre negli stessi giorni ho visto un tweet sulla propaganda politica e sull'uso distorto dei canali di comunicazione (la stessa foto, innocente, usata in più di 180 articoli razzisti!):
- https://twitter.com/bknsty/status/1081954569196879872.
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