sabato 7 dicembre 2019

Controlli sui lavoratori e certificati penali (sentenze cassazione)

Luca De Grazia mi ha segnalato un articolo di Donato Apollonio su Pluris (a cui non ho accesso).

Sui precedenti penali, mi sono segnato quanto segue.

La sentenza Cass. Sez. Lav. 17 luglio 2018, n. 19012 dice: la richiesta del certificato penale integra un limite rispetto alla previsione di cui all'articolo 8 dello Statuto dei Lavoratori ("è fatto divieto al datore di lavoro, ai fini dell'assunzione, come nel corso dello svolgimento del rapporto di lavoro, di effettuare indagini, anche a mezzo di terzi (...) su fatti non rilevanti ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore") che si giustifica con la rilevanza ai fini della valutazione dell'attitudine professionale del lavoratore della conoscenza di date informazioni relative all'esistenza di condanne penali passate in giudicato".

Quindi sembra che sia legittimo richiedere il certificato penale in molti casi.

Più curiosa è la questione relativa all'aspirante lavoratore che si è impegnato a produrre il certificato dei carichi pendenti mediante la sottoscrizione di un format di dichiarazione individuale. In questo caso, risultano irrilevanti le lamentate violazioni di legge in ordine all'art. 8 dello Statuto dei lavoratori e all'art. 27 della Costituzione ed è legittimo il rifiuto del datore di procedere all'assunzione per carenza dei requisiti previsti (Cass. Sez. Lav. 12 settembre 2018, n. 22173; in senso conforme è anche Cass. Sez. Lav. 16 maggio 2017, n. 12086).

Io sono sempre dell'idea che sia scorretto valutare la professionalità di una persona in base ai suoi precedenti (sia perché il debito nei confronti della società dovrebbe essere estinto, sia perché l'impossibilità di lavorare potrebbe riportare la persona a delinquere), però mi pare giusto segnalare questi orientamenti.

Aggiungo però (anche perché ripreso da Pierfrancesco Maistrello!) che non mi pare che queste sentenze citino il GDPR. E infatti il GDPR prevede che i dati giudiziari possano essere trattati solo se questo è autorizzato da una norma di legge e non mi pare che la normativa citata dalle sentenze autorizzi esplicitamente al trattamento dei dati giudiziari nell'ambito lavorativo in questione.

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