mercoledì 11 aprile 2012

L'uso dell'identità di terzi è reato

La Corte di Cassazione - Sezione Terza Penale, con Sentenza n.12479 del 3 aprile 2012, ha stabilito che è reato utilizzare i dati anagrafici di terzi (veri ed esistenti) per aprire a loro nome un account di un sito.

Parrebbe cosa ovvia, però la difesa ha obiettato che "l'imputato avrebbe utilizzato i dati anagrafici della vittima solo per iscriversi al sito di aste on-line, partecipando poi alle aste con un nome di fantasia". Meno male che la Cassazione ha confermato che rimane comunque applicabile l'articolo 494 del Codice Penale ("Chiunque... induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all'altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato,...").

Per la cronaca: il danneggiato si è accorto della cosa perché il reo non ha pagato quanto acquistato e si è visto arrivare a casa una qualche richiesta di pagamento.

Ogni tanto la Legge conferma le nostre modeste intuizioni.

L'articolo e la notizia su Filodiritto:
http://www.filodiritto.com/index.php?azione=archivionews&idnotizia=3682 <http://www.filodiritto.com/index.php?azione=archivionews&idnotizia=3682>

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